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Monumenti

Le Porte Monumentali
Stroncone mantiene ancora inviolato il suo circuito murario nel quale si aprono 3 porte: Porta Principale, originariamente fornita di una antiporta che rimetteva nella Piazza maggiore dove si trova l'Oratorio di S. Giovanni Decollato; Porta Capraia o di Sopra, che controlla le montagne verso Rieti ed immette alle vie degli Orti, caratteristico appezzamento legato alle case addossate alle mura; Porta di sotto o Porta Nuova, costruita accanto alla Chiesa di S. Maria della Neve, in direzione della città di Terni.
Fontana delle Tre Tazze
Collocata nella Piazza della Libertà, la cinquecentesca fontana "delle Tre Tazze o di Piazza della Libertà", con il suo timpano triangolare centrale, i due delfini laterali scolpiti a bassorilievo, le tre vasche ovoidali sormontate da protomi leonine, mostra le tipiche caratteristiche di una fontana monumentale dall'elegante ed elaborata architettura. La realizzazione della fontana si può far risalire al 1559; un documento di tale anno, infatti, ne attribuisce l'esecuzione, a eccezione delle teste di leone, a due scalpellini probabilmente locali: mastro Pietro e mastro Moretto. La nuova fontana, costruita probabilmente si un fonte pubblico preesistente, venne ad arricchire lo spazio compreso tra le prime due porte d'ingresso al castello. Quello spazio infra portas fu in passato, insieme ad altri, un importante punto di riferimento come luogo d'incontro tra il mondo interno ed esterno, tra l'ambiente urbano e quello rurale. La posizione stessa della fontana, affrontata alla seconda porta d'ingresso al castello, dovè destare nella comunità meraviglia e ammirazione. Nel 1880 la fontana fu oggetto di un intervento che eliminò l'ampia scalinata di accesso alla stessa sostituendola con una vasca di raccolta per l'abbeveraggio del bestiame, ancora oggi esistente.

Chiese

S. Michele Arcangelo
La chiesa è menzionata in un documento del Regesto Farfense di Gregorio da Catino sotto l'anno 1012 come oratorio di S. Angelo. Dedicata a san Michele Arcangelo patrono di Stroncone, a seguito di interventi avvenuti in tempi diversi, ha assunto l'aspetto di una chiesa del '600. E' a pianta basilicale a tre navate, ha il fonte battesimale ed è chiesa matrice. Il culto, molto antico, per l'Arcangelo Michele è sicuramente da collegare a quello Micaelico del Gargano diffuso a Stroncone, come in altri luoghi vicini, molto probabilmente dai Longobardi del Ducato di Spoleto. La posizione stessa della chiesa situata in luogo aspro ed elevato, un tempo ricoperto da rigogliosa vegetazione, ancora oggi in parte esistente seppure di tipo diverso, potrebbe essere testimonianza di quanto affermato. Non è da escludere altresì la presenza, in origine, di una grotta ma le modificazioni del sito e della chiesa nei secoli hanno cancellato quegli elementi che avrebbero potuto suffragare tale ipotesi. Insieme all'oratorio di S. Giovanni Decollato è la chiesa più bella e finemente decorata della terra di Stroncone; conserva, all'interno, pregevoli opere d'arte: Cappella dell'Angelo Custode: è la terza cappella a destra, di pianta rettangolare e con volta a botte. Si può ivi ammirare la pala raffigurante L'Angelo Custode che ammonisce un giovane inserita in una cornice in stucco finemente decorata con motivi floreali e testine di amorini. Definiscono l'altare due colonne tortili che ripetono il motivo della cornice nella parte inferiore, mentre il resto del fusto è decorato da tralci di vite fino ai capitelli di stile ionico. Sull'architrave due putti ed altri due sono disposti ai lati della cimasa; sul frontone è posta un'altra coppia di putti abbracciati e simmetrici. Il sottarco della volta risulta più elaborato e ricco di stucchi con ornati floreali e cherubini. Le cornici inquadrano tre affreschi: a sinistra lo Spirito Santo, al centro il Miracolo di S. Antonio, a destra una Predica del Santo. Autori degli stucchi i due fratelli stronconesi Cristoforo e Gregorio Grimani la cui attività plasticatoria è documentata con atto notarile del 1602, dal quale si apprende che i Grimani provvidero a loro spese. Cappella del SS. Crocifisso: è la seconda cappella a sinistra. Ha una semplice pianta rettangolare con volta a botte. In una teca al centro dell'altare è collocato un Crocifisso ligneo ascrivibile alla fine del '300 con i simboli della passione ai lati; la cornice è in stucco dorato coronata da un ovale sorretto da due putti. Le colonne dell'altare sono di ordine corinzio, per un terzo decorate con stucchi a rilievo poi scanalate. Superiormente la finestra è contornata da angeli; all'estremità del rivolto verso l'alto il centro della volta ove, inseriti in un tondo, altri angeli sorreggono la Sindone con i simboli della passione. Nelle nicchie ai lati della macchina dell'altare sono presenti due sculture a tutto tondo in stucco: qualla di sinistra simboleggia la Giustizia, poiché coronata, con un monile al collo nel quale è scolpito un occhio, impugna nella destra la bilancia e, forse, la spada nella sinistra; quella di destra, forse la Speranza, con una ghirlanda in testa e un ramoscello nella destra. L'attribuzione dell'opera a Gregorio Grimani è documentata nel manoscritto del Salvati, in cui si legge che «l'altare del SS. Rosario (fu) fatto dal bravissimo scultore e pittore, unitamente a quello del SS. Crocefisso, Gregorio Grimani nativo di Strettura». Cappella della Madonna del rosario: è la prima cappella a sinistra, di pianta rettangolare con volta a botte. Su una mensa, arricchita da un raffinato paliotto in scagliola con eleganti decorazioni floreali su fondo nero, si imposta una grande macchina d'altare definita ai lati da colonne che presentano per un terzo del fusto girali floreali in stucco ed il restante scanalato. Esse incorniciano la pala raffigurante la Madonna del Rosario, opera di Bartolomeo Barbiani da Montepulciano, datata 1628, e i quindici Misteri posti tutto intorno. Superiormente, al centro del timpano, l'Incoronazione della Vergine. Raffinate cornici in stucco contornano la pala, le formelle e lo stesso timpano. La trabeazione è decorata da graziose teste di amorini di identica fattura, riproposte anche sui pilastri dell'arcone di accesso alla cappella. Nella parte superiore dell'altare, ai lati del timpano spezzato, sono adagiate due sibille. Nella volta della cappella sono dipinti al centro una scena della Vita della Vergine all'interno dio una cornice ottagonale in stucco, caratterizzata da elementi vegetali e frutta, e a destra la Presentazione al tempio. Sui pilastri e sull'arcone di ingresso, sono presenti angeli scultorei che mostrano i simboli di Maria domina, la sfera e la corona di fiori: altri due putti nell'archivolto sostengono un cartiglio nella quale si legge l'iscrizione riferita al rosario come mezzo per salire al Cielo. Tutto il complesso rivela compostezza di atteggiamenti e armonia di forme come sottolineato dalla gestualità dei due angeli che sembra abbiano lasciato da poco cadere il tendaggio per mostrare ai fedeli la via della salvezza simboleggiata dal rosario. L'artista raggiunge così il suo scopo: sorprendere lo spettatore ed illustrare, nello spirito della Controriforma, la verità della fede. Il Salvati, nella sua autobiografia, attribuisce allo scultore Gregorio Grimani la costruzione decorazione di questa cappella, eseguita nel 1616. Cappella della Madonna del Carmine: la prima cappella a destra, con la statua di marmo finissimo della santissima Vergine del Carmine; la cappella era officiata dalle terziarie carmelitane da molti anni introdotte in Stroncone ove conducevano una vita molto virtuosa e buona. Cappella della sacra famiglia già di San Lorenzo: con pala raffigurante la Sacra Famiglia, opera Mazzareni del secolo XIX. L'abside propone tre statue lignee: S. Michele Arcangelo titolare della chiesa, S. Pietro e S. Vincenzo de' Paoli; intorno storie dell'Arcangelo Michele, santi e sante cui il popolo di Stroncone è particolarmente devoto. La volta presenta decorazioni e ornamentazioni a stucco dei fratelli Grimani. Di particolare interesse presso l'altare maggiore il tabernacolo degli oli santi, pregevole opera di marmo del secolo XV, portato da Roma dal notaio Giovan Battista Umani, cavaliere e conte palatino, con una spesa di 22 ducati.
S. Nicolò
E’ fra le più antiche chiese di Stroncone e si sa con certezza che nel 1181 i Consoli stronconesi ne fecero dono all’abbazia di S. Benedetto in fundis. L’evento è ricordato da una lapide murata a sinistra della porta sulla quale in rozzo latino curiale è inciso: "Nos consulibus stronconiensis cum omni populo facimus donationemin ecclesia S. Benedicti de ista ecclesia S. Nicolai pro redemptione anime nostre tempore Jacinti Abbatis 1185". La discordanza tra le due date potrebbe essere attribuita al fatto che la lapide venne posta quattro anni dopo la donazione. La chiesa subì nel corso dei secoli restauri che hanno completamente alterato le originarie linee architettoniche. Di originale è rimasto solo l’ingresso principale ornato di bassorilievi di sapore bizantino e di una tavola dell’Incoronazione della Vergine, opera di Rinaldo di Calvi, uno dei migliori allievi dello Spagna. Da notare nel bassorilievo l’elegante fregio che, partendo dalla bocca di un animale posto in basso allo stipite destro, percorre tutto l’architrave e termina in un gruppo di foglie in fondo allo stipite sinistro, sostenuto da una base attica. La porta è sovrastata da un archivolto in pietra a sesto rialzato e nel centro dell’architrave è scolpito l’agnello mistico con ai due angoli aquile che insieme con l’agnello ripetono in dimensioni più ridotte lo svolgimento del fregio. All’interno è possibile ammirare dipinti e affreschi del XVII e XVIII secolo, un tabernacolo degli olii santi, in marmo e di buona fattura e, nella sagrestia, un meraviglioso polittico, raffigurante l’incoronazione della Vergine, opera di Rinaldo da Calvi (1520-1521). Secondo fonti archivistiche all’interno della chiesa si trovavano cinque cappelle: S. Giorgio, Sant’Andrea, S. Giovanni Battista, nonché le compagnie dell’Annunziata e di S. Carlo Borromeo. La piazza antistante la chiesa, chiamata nelle Riformanze del Comune Platea Sancti Nicolai, era il luogo dove si svolgevano le assemblee popolari.
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